23 novembre 2010

Panasonic AG-AF101, ovvero la risposta alle video-reflex

la nuova Panasonic AG-AF101
I ringraziamenti, di norma, si fanno alla fine, ma per una volta li facciamo subito, perché senza lo tsunami causato dalla diffusione della Canon EOS 5D MKII, oggi forse la presentazione a cui abbiamo assistito non avrebbe avuto luogo. Parliamo della tappa romana del Panasonic road-show, giunto oggi nella capitale presso le Officine Fotografiche con lo scopo di renderci tutti consapevoli che il cinema indipendente (e non solo) ha un’arma in più. E che arma. La Panasonic AG-AF101 infatti mostra caratteristiche di assoluto rilievo nel panorama delle produzioni low budget. Passiamo ai fatti e esaminiamo le sue eccellenze: ottiche intercambiabili, sensore MOS micro 4/3, parco connessioni di tutto rispetto, registrazione su schede (non più le costosissime P2 ma le più abbordabili SD e derivate), e un costo molto contenuto, inferiore ai cinquemila euro (iva esclusa e senza ottiche). Il corpo macchina si presenta tozzo e robusto, e subito notiamo l’ovvia assenza del bilanciere dello zoom. Già, perché, se non fosse ancora chiaro, stiamo parlando di una macchina destinata a montare ottiche di tutti i tipi, nude e crude o tramite adattatore, non ultime le bellissime Zeiss presenti in questa occasione. Da dimenticare quindi le applicazioni “punta e spara”: la AG-AF101 si muove più agilmente sul set che per strada, e sicuramente per essere spinta a dovere necessita di un fuochista al suo fianco, come da tradizione cinematografica. Vediamo ora cosa si nasconde dentro questa camera. Il sensore, già citato, ha modo di lavorare con grande efficacia perché grazie al tiraggio ridottissimo (19,3 mm), il fattore di moltiplicazione focale (a seconda dell’ottica, va da 1,6x a 2x) può risultare molto ridotto rispetto a macchine simile ma con sensori più piccoli o più incassati nel corpo macchina.
Continuiamo. Le dimensioni generose, ma non enormi, del mos micro 4:3 permettono un compromesso più “umano” della gestione del dettaglio, rispetto al mostruoso full frame della già citata 5D. Tradotto in soldoni, meno spreco in termini di risoluzione e numero di pixel, ma anche meno moirè e meno aliasing grazie ad un filtro che ottimizza proprio la gestione del dettaglio. Ridottissimo anche il famigerato effetto rolling shutter, per la gioia di chi vuole muovere la camera lungo tutti gli assi e a tutte le velocità.
ottiche cinematografiche Zeiss
Ancora: funzioni di over-cranking (fino a 60fps nella modalità 24p), doppio slot per le schede di memoria, codec AVCHD intorno ai 24 bps, prerecording con buffer di 3 secondi (per non perdere mai l’attimo) e tutto ciò che può fare la felicità del filmaker evoluto, così come del direttore della fotografia o dell’operatore di ripresa esperto: non ultima la possibilità di customizzare il corpo macchina smontando la maniglia superiore o la cinghietta laterale per le riprese a mano. Anche i fuochisti saranno facilitati: un apposito perno, perfettamente allineato con il piano focale del sensore, permetterà loro di agganciarvi un metro avvolgibile ed eseguire precise misurazioni di distanze. Un piccolo particolare che non costa nulla, ma che denota ancora una volta la vocazione cinematografica della Panasonic. Anche sul fronte display riscontriamo dei buoni passi avanti: l’lcd e il viewfinder risultano nitidi e precisi, a differenza di modelli precedenti che risentivano di questa assenza. Ma non finisce qui. Chi volesse privilegiare un flusso video di maggior qualità potrà sfruttare le uscite in alta definizione per registrare su hard disk esterno un segnale meno compresso del perfettibile avchd, e dare così in pasto al suo final cut (scusate, siamo di parte) un bel pro res, tanto per fare un esempio.  
Quello che ora ci chiediamo, dopo aver visto la AG-AF101, è se ha ancora senso parlare di videocamere “tuttofare”. Siamo ormai nell’era in cui ogni campo necessita di hardware e software specifici e destinati solo ad usi bel delineati? Noi speriamo di no, e pur con ovvie limitazioni pensiamo che la versatilità non è una virtù superflua. Senza nulla togliere alla Panasonic AG-AF101, la Canon XF305 sembra aver metabolizzato questo concetto in maniera più radicata, ma ahimè la prova del nove sarà il poterle provarle nelle medesime situazioni contemporaneamente. Nel frattempo rimaniamo di vedetta, perché all’orizzonte già si scorge un’altra possibile tempesta tecnologica: la nuova, piccola Cinealta di casa Sony, la PMW-F3K, che, seppure in una fascia di prezzo superiore  (quindicimila euro: tanto dicono le voci di corridoio), ambisce a pieno titolo a nuova regina delle produzioni cinematografiche digitali. Come? Con un sensore exmor Super35. Se son rose…lo scoprirete nella prossima recensione, non appena mamma Sony darà libera uscita alla sua ultima nata.  Ad majora!


1 commento:

  1. Molto interessante l'articolo e molto istruttiva. Qualcosa che non conoscevo. La ringrazio per questo.

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